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Perchè alcune persone amano volare e altre lo temono? La scienza risponde

2025-04-22T10:09:22+02:00

Volare è, per molti, sinonimo di libertà e avventura. Per altri, invece, rappresenta una fonte intensa di ansia e disagio. L’aviofobia – la paura di volare – è una forma di fobia situazionale che può influenzare in modo significativo la qualità della vita di chi ne soffre, limitando viaggi, opportunità lavorative e interazioni sociali. Sebbene questa condizione sia relativamente comune, ancora poco si conosce sui meccanismi psicologici che ne stanno alla base. A fare un po' di chiarezza arriva un recente studio condotto dal Professor Minoretti e colleghi, che ha analizzato il legame tra aviofobia e tratti di personalità, offrendo spunti interessanti sia sul piano clinico che terapeutico. Lo studio: confronto tra aviofobici e viaggiatori frequenti La ricerca ha coinvolto 60 soggetti affetti da aviofobia, selezionati secondo i criteri diagnostici del DSM-5, confrontati con 60 viaggiatori abituali scelti come gruppo di controllo. Questi ultimi, per la loro familiarità con il volo e la capacità di gestire senza timore un ambiente potenzialmente ansiogeno, rappresentano un campione ideale con cui misurare le differenze psicologiche. Per valutare i profili di personalità è stato utilizzato il NEO Five-Factor Inventory (NEO-FFI), uno strumento validato che indaga cinque dimensioni principali: nevroticismo, estroversione, coscienziosità, gradevolezza e apertura mentale. I risultati dello studio I dati emersi sono molto chiari: i soggetti con aviofobia hanno mostrato punteggi significativamente più alti in nevroticismo e più bassi in coscienziosità e gradevolezza rispetto ai viaggiatori frequenti. Questo suggerisce che chi soffre di paura del volo tende a essere più emotivamente instabile, meno organizzato e meno incline alla cooperazione o alla fiducia negli altri. Non sono invece emerse differenze rilevanti per quanto riguarda estroversione e apertura all’esperienza, indicando che la socievolezza e la curiosità intellettuale non sembrano influire [...]

Perchè alcune persone amano volare e altre lo temono? La scienza risponde2025-04-22T10:09:22+02:00

Prescrizioni mediche frequenti ai piloti: il ruolo dell’AME nella sicurezza aerea

2025-04-14T10:53:38+02:00

Nel mondo dell’aviazione, ogni dettaglio conta, ma uno su tutti fa davvero la differenza: la salute del pilota. Garantire che chi è ai comandi di un aeromobile sia in condizioni psicofisiche ottimali è responsabilità degli AME (Aviation Medical Examiner), i medici autorizzati a rilasciare le certificazioni di idoneità al volo. In questo scenario, alcune prescrizioni si rivelano più comuni di altre, e tra tutte, quelle che riguardano la funzione visiva sono in assoluto le più frequenti. La vista: uno strumento essenziale in cabina Chiunque abbia messo piede almeno una volta in una cabina di pilotaggio sa quanto la capacità visiva sia fondamentale. I piloti devono leggere rapidamente strumenti di bordo, interpretare segnali visivi, identificare ostacoli e seguire rotte in modo estremamente preciso. Per questo motivo, gli esami oculistici rappresentano una parte imprescindibile delle visite mediche aeronautiche. Gli AME prestano grande attenzione non solo alla vista naturale del pilota, ma anche alla sua capacità di correggere eventuali difetti con occhiali o lenti a contatto. Le norme europee (in particolare il regolamento UE 1178/2011) stabiliscono soglie visive minime per poter essere giudicati idonei, anche con correzione. Occhiali e lenti: le prescrizioni più comuni Tra le indicazioni più frequenti rilasciate dagli AME ci sono le prescrizioni per l’uso di dispositivi correttivi della vista. Miopia, ipermetropia, presbiopia o astigmatismo non precludono automaticamente l’idoneità al volo, ma richiedono l’adozione di strumenti compensativi. Per i piloti con certificazione medica di classe 2, ad esempio, si richiede un'acuità visiva minima di 6/12 per ciascun occhio e almeno 6/9 complessivi con visione binoculare, anche se ottenuta tramite correzione. In pratica, molti piloti sono autorizzati a volare purché indossino occhiali o lenti, e spesso con l’obbligo di tenere a bordo un secondo paio di [...]

Prescrizioni mediche frequenti ai piloti: il ruolo dell’AME nella sicurezza aerea2025-04-14T10:53:38+02:00

Salute mentale dei piloti: come la depressione lieve influisce sulle capacità cognitive

2025-04-08T09:09:34+02:00

La depressione è una condizione psicologica che può influenzare significativamente le funzioni esecutive, ovvero quelle capacità cognitive che permettono di pianificare, prendere decisioni e gestire compiti complessi. Queste funzioni sono particolarmente cruciali per i piloti di linea, la cui professione richiede un alto livello di attenzione, precisione e capacità decisionale.​ Depressione e funzioni esecutive: una relazione complessa Studi condotti sulla popolazione generale hanno evidenziato come la depressione sia spesso associata a deficit nelle funzioni esecutive. Questi deficit possono manifestarsi in difficoltà nel mantenere l'attenzione, problemi di memoria di lavoro e una ridotta capacità di inibire risposte inappropriate. Tali compromissioni possono avere un impatto significativo sulle attività quotidiane e sulle prestazioni lavorative.​ Implicazioni per i piloti di linea Per i piloti, la presenza di sintomi depressivi, anche lievi, può rappresentare un rischio significativo. La loro professione richiede una gestione efficace di situazioni stressanti, decisioni rapide e precise, nonché la capacità di monitorare e rispondere a molteplici stimoli contemporaneamente. Un deficit nelle funzioni esecutive potrebbe compromettere queste abilità, aumentando il rischio di errori operativi.​ Studio sulle funzioni esecutive nei piloti con sintomi depressivi Un recente studio condotto dal professor Piercarlo Minoretti e colleghi, pubblicato sulla banca dati scientifica PubMed, ha esaminato l'associazione tra sintomi depressivi e funzioni esecutive in un campione di 100 piloti di linea maschi. I partecipanti sono stati sottoposti al Beck Depression Inventory II (BDI-II) per valutare la presenza e l'intensità dei sintomi depressivi. Per valutare le funzioni esecutive, sono stati utilizzati il Stroop Color and Word Test (SCWT), il Digit Span Task (DST) e il Wisconsin Card Sorting Test (WCST). I risultati hanno evidenziato che il 12% dei piloti presentava sintomi di depressione lieve, con punteggi BDI-II tra 14 e 19. Questi piloti [...]

Salute mentale dei piloti: come la depressione lieve influisce sulle capacità cognitive2025-04-08T09:09:34+02:00

Certificato medico Classe 1: conseguimento e rinnovo

2025-04-01T09:31:07+02:00

Il certificato medico di Classe 1 è un requisito fondamentale per coloro che aspirano a diventare piloti commerciali. Comprendere la distinzione tra il conseguimento e il rinnovo di questa certificazione è essenziale per garantire una carriera sicura e conforme alle normative aeronautiche.​ Conseguimento del certificato Il conseguimento, o rilascio iniziale, del certificato medico di Classe 1 consiste in una valutazione collegiale (cioè di più medici), che deve essere effettuata presso un Centro Aeromedico certificato e autorizzato dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC). Durante l'esame, il candidato è sottoposto a una serie di controlli approfonditi per valutare l'idoneità psicofisica, tra cui: Esame clinico generale: Analisi della storia medica del candidato, inclusi eventuali interventi chirurgici o condizioni preesistenti Elettrocardiogramma: Valutazione dell'attività elettrica del cuore per individuare anomalie cardiache.​ Audiometria: Test dell'udito per assicurarsi che il candidato possa operare efficacemente in ambienti rumorosi tipici dell'aviazione. Spirometria: Misurazione della funzionalità respiratoria. Valutazione visiva: Controllo dell'acuità visiva e della percezione dei colori. Esami di laboratorio: Analisi del sangue e delle urine per rilevare eventuali condizioni mediche.​ Test neurologici e psicologici: Valutazione delle funzioni cognitive e dello stato mentale del candidato.​ Superato l'esame, il certificato medico di Classe 1 ha una validità di 12 mesi per i piloti sotto i 60 anni. Per coloro che hanno superato i 60 anni o che operano in operazioni di trasporto aereo commerciale con un solo pilota per il trasporto di passeggeri e hanno compiuto 40 anni, la validità è ridotta a 6 mesi. Rinnovo del certificato Il rinnovo del certificato medico di Classe 1 è necessario per mantenere l'idoneità alla professione di pilota commerciale. A differenza del conseguimento iniziale, il rinnovo può essere effettuato sia presso un AeMC sia da un Esaminatore Aeromedico (AME) [...]

Certificato medico Classe 1: conseguimento e rinnovo2025-04-01T09:31:07+02:00

Piloti e pensionamento: il valore dell’esperienza in cabina di pilotaggio

2025-03-25T09:04:41+01:00

La carenza globale di piloti è una realtà ormai sotto gli occhi di tutti: secondo le stime più recenti, mancherebbero all’appello oltre 80.000 piloti nel mondo. Di fronte a questa crisi, le compagnie aeree stanno valutando ogni possibile soluzione, e tra le proposte più discusse vi è l’innalzamento dell’età pensionabile dei piloti. Negli Stati Uniti si discute di alzare il limite dai 65 ai 67 anni, una misura che permetterebbe a migliaia di professionisti esperti di continuare a volare ancora per un paio d’anni. Altri Paesi, come Canada, Australia e Giappone, hanno già adottato limiti più flessibili, o addirittura li hanno eliminati del tutto per alcune licenze. Ma al centro del dibattito resta una domanda chiave: è davvero sicuro permettere ai piloti più anziani di continuare a volare? Esperienza vs. invecchiamento: cosa dice la scienza Due studi recenti hanno analizzato in profondità questo tema, offrendo risultati che meritano attenzione. Il primo, condotto dall’Embry-Riddle Aeronautical University, ha esaminato i dati sugli incidenti aerei tra il 2002 e il 2016. I risultati sono sorprendenti: non si è registrato un aumento significativo degli incidenti tra i piloti con più di 61 anni, a parità di ore di volo. In pratica, l’esperienza acquisita in anni di lavoro riesce a compensare ampiamente le fisiologiche riduzioni delle capacità cognitive che possono sopraggiungere con l’età. Il secondo studio, realizzato dalla Stanford University School of Medicine, ha valutato le prestazioni cognitive e operative di 118 piloti americani, monitorandoli per tre anni. Anche in questo caso, i piloti più anziani hanno dimostrato migliori abilità comunicative e una maggiore efficacia in alcune manovre critiche, proprio grazie all’esperienza accumulata. Questi dati suggeriscono quindi che l’età, da sola, non è un indicatore affidabile dell’idoneità al volo. Una [...]

Piloti e pensionamento: il valore dell’esperienza in cabina di pilotaggio2025-03-25T09:04:41+01:00

Valutazione Cardiologica Limitata (VCL): Quando il volo è consentito solo di giorno

2025-04-14T11:29:18+02:00

​La Valutazione Cardiologica Limitata (VCL) è una prescrizione medica che può essere applicata ai piloti con determinate condizioni patologiche, limitando la loro attività di volo alle sole ore diurne. Questa misura, sebbene rara, viene adottata per garantire la sicurezza sia del pilota che dei passeggeri, considerando le sfide aggiuntive che il volo notturno può presentare, specialmente in presenza di specifiche patologie visive.​ Le patologie che possono interessare i piloti I piloti affetti da determinate patologie oculari, possono avere serie difficoltà visive in condizioni di volo notturne, date dalla scarsa illuminazione. Ad esempio, disturbi come la retinopatia diabetica, la degenerazione maculare o altre affezioni che compromettono la visione notturna possono ridurre significativamente la capacità di percepire contrasti e dettagli in ambienti poco illuminati. Questo deficit può compromettere la capacità del pilota di interpretare correttamente gli strumenti di bordo e l'ambiente circostante, aumentando il rischio di incidenti.​ Le illusioni visive durante il volo notturno Il volo notturno è particolarmente suscettibile a illusioni visive che possono compromettere la sicurezza del volo. La scarsa illuminazione, infatti, può indurre il pilota a percepire erroneamente l'assetto dell'aeromobile (fenomeno del falso orizzonte); non solo, fenomeni come l'autocinesi e il black-hole effect possono verificarsi in condizioni di volo notturne. L'autocinesi si manifesta quando una luce fissa in un ambiente buio appare in movimento, mentre il black-hole effect si verifica durante l'avvicinamento notturno su aree prive di riferimenti luminosi, portando il pilota a sottostimare l'altitudine e la distanza dalla pista.  Procedure di valutazione e prescrizioni dell'AME L'Aero Medical Examiner (AME) è responsabile della valutazione medica dei piloti, assicurandosi che soddisfino gli standard di idoneità per la sicurezza del volo. In presenza di patologie visive che possono influenzare la capacità di volare in sicurezza durante [...]

Valutazione Cardiologica Limitata (VCL): Quando il volo è consentito solo di giorno2025-04-14T11:29:18+02:00

La scatola nera: un dispositivo essenziale per la sicurezza aerea

2025-03-11T10:45:55+01:00

Nel mondo dell’aviazione civile, la sicurezza è frutto di un lavoro costante di monitoraggio e verifica di procedure, strumenti e tecnologie. L’analisi degli incidenti avvenuti in passato ha permesso di affinare i protocolli operativi e di introdurre misure in grado di prevenire errori simili in futuro. Tra queste soluzioni spiccano le cosiddette “scatole nere”, veri e propri guardiani digitali del volo, in grado di raccogliere e conservare informazioni fondamentali sull’attività del velivolo. Un nome che inganna Nonostante vengano chiamate “scatole nere”, questi dispositivi sono generalmente di un brillante colore arancione, una scelta progettuale finalizzata a facilitarne il ritrovamento tra eventuali detriti. L’origine della denominazione non è univoca: c’è chi sostiene che derivi dall’aspetto annerito che le scatole possono assumere dopo un incendio, mentre altri credono sia legata ai componenti interni, spesso di colore scuro o metallico. In ogni caso, la funzione rimane la stessa: registrare i dati di volo e i suoni nella cabina di pilotaggio. Registrazione continua per la massima affidabilità Durante ogni fase del volo, la scatola nera – che in realtà comprende due moduli separati – effettua un monitoraggio costante di parametri chiave. Il Flight Data Recorder (FDR) registra fattori come altitudine, velocità, assetto, operatività dei motori e configurazione dei comandi aerodinamici. Parallelamente, il Cockpit Voice Recorder (CVR) cattura dialoghi e suoni provenienti dalla cabina di pilotaggio, fornendo una traccia audio preziosa per comprendere il contesto operativo.Questi dati vengono memorizzati in modo ciclico: le informazioni più vecchie sono sovrascritte da quelle più recenti. Ciò significa che, in caso di emergenza, si dispone dell’ultima “foto” digitale del volo, un tassello spesso decisivo per ricostruire con precisione gli istanti che precedono un eventuale incidente. Prove di affidabilità sul campo Un esempio lampante della resistenza [...]

La scatola nera: un dispositivo essenziale per la sicurezza aerea2025-03-11T10:45:55+01:00

Sicurezza in volo: quando serve un copilota?

2025-03-04T09:58:56+01:00

Nel mondo del trasporto aereo, la sicurezza è la priorità assoluta. Ogni aspetto – dalla manutenzione degli aeromobili all’addestramento del personale di bordo – è studiato per ridurre al minimo il rischio di incidenti e garantire un’esperienza di volo ottimale per passeggeri ed equipaggio. Il ruolo del copilota (o Primo Ufficiale) risulta fondamentale in numerose circostanze, sia per la gestione delle operazioni in cabina di pilotaggio, sia per affrontare situazioni d’emergenza che richiedono prontezza decisionale e coordinamento. L’importanza di un equipaggio multi-pilota Nelle compagnie aeree di linea, i voli passeggeri sono quasi sempre operati da due piloti: il Comandante e il Primo Ufficiale. Questa configurazione non è casuale, bensì regolata da precise normative internazionali che stabiliscono quali tipologie di aeromobili e quali tratte debbano obbligatoriamente prevedere la presenza di un secondo pilota. Il copilota si occupa non solo della condivisione dei compiti di conduzione del volo, ma anche di svolgere una serie di controlli incrociati (cross-check) per garantire che ogni azione intrapresa sia corretta. Esistono vari fattori che rendono necessaria la presenza del copilota, tra cui: Lunghezza e durata del volo: Più la rotta è lunga, maggiori sono i tempi di volo e quindi la necessità di dividere i compiti tra due piloti. Per voli intercontinentali della durata di parecchie ore, è prevista anche la presenza di un terzo pilota. Tipologia dell’aeromobile: Gli aeromobili di linea moderni, soprattutto quelli di grandi dimensioni, sono progettati per operare con due piloti. Invece, molti velivoli di aviazione generale (ad esempio, aerei da turismo di piccole dimensioni) possono essere pilotati da una singola persona, purché abbia le abilitazioni necessarie e che le condizioni di volo siano compatibili con tale assetto. Regolamentazioni e procedure aziendali: Le autorità aeronautiche stabiliscono precisi requisiti in termini [...]

Sicurezza in volo: quando serve un copilota?2025-03-04T09:58:56+01:00

L’impatto ambientale del trasporto aereo: un approfondimento sulle scie di condensazione

2025-02-25T14:55:17+01:00

C'è un aspetto poco noto cui viene fatto riferimento quando si parla di emissioni del trasporto aereo e impatto ambientale che ne scaturice. Tuttavia, quello delle scie di condensazione generate dagli aerei, è un aspetto meno noto ma altrettanto rilevante. Queste sottili formazioni di ghiaccio possono influenzare l’equilibrio termico terrestre e contribuire al riscaldamento globale. Per questo motivo, l’industria aeronautica e la comunità scientifica stanno studiando il fenomeno e sviluppando strategie di mitigazione. Le scie di condensazione si formano quando il vapore acqueo rilasciato dai motori degli aerei incontra aria fredda e umida ad alta quota. Se le condizioni atmosferiche lo permettono, il vapore si condensa attorno alle particelle di fuliggine, creando cristalli di ghiaccio. Mentre alcune scie svaniscono rapidamente, causando un impatto ambientale trascurabile, altre possono persistere e diffondersi, dando origine a nubi simili ai cirri naturali. I nuovi cirri formatisi dalle scie di condensazione, si espandono, generando una serie di effetti climatici contrastanti: mentre di giorno hanno anche un effetto positivo, poichè riflettono la radiazione solare, di notte hanno il solo effetto negativo di intrappolare il calore e contribuire all'effetto serra. L’incertezza scientifica e le iniziative internazionali Nonostante oltre 60 anni di studi, l’impatto complessivo delle scie di condensazione rimane incerto. La loro durata in atmosfera e gli effetti a lungo termine sul clima non sono ancora del tutto chiari. Per affrontare questa sfida, la International Air Transport Association (IATA) ha pubblicato un rapporto che sottolinea la necessità di una maggiore collaborazione tra scienza, tecnologia e politiche ambientali. Strategie per ridurre l’impatto Le compagnie aeree e i centri di ricerca stanno sperimentando diverse soluzioni per limitare la formazione di scie persistenti. Due strategie principali emergono: Monitoraggio satellitare in volo: l’uso di immagini satellitari, [...]

L’impatto ambientale del trasporto aereo: un approfondimento sulle scie di condensazione2025-02-25T14:55:17+01:00

Piloti e investimenti ad alto rischio: un legame inaspettato

2025-02-11T11:16:46+01:00

Negli ultimi anni, il confine tra investimento e gioco d'azzardo si è assottigliato, soprattutto con la diffusione di strumenti finanziari altamente volatili. Questo fenomeno ha coinvolto anche professionisti con ruoli di grande responsabilità, come i piloti di linea, che per diversi motivi possono essere vulnerabili a comportamenti finanziari a rischio. Il caso di studio sulla correlazione tra il fenomeno e la professione Uno studio recente ha analizzato il caso di un pilota commerciale di 42 anni che, durante la pandemia da COVID-19, ha iniziato a investire in strumenti finanziari ad alto rischio, subendo gravi perdite economiche. Il problema principale è stato il suo modo di reagire alle perdite: invece di fermarsi, ha continuato a investire in modo sempre più speculativo nel tentativo di recuperare il denaro perso. Questo comportamento ha evidenziato come un alto livello di conoscenza finanziaria non sia sempre una protezione contro decisioni impulsive e rischiose. Perché i Piloti Sono Più a Rischio? Secondo la ricerca, alcuni fattori rendono i piloti particolarmente esposti a questi comportamenti: Propensione al rischio, tratti comuni tra i professionisti dell'aviazione. Un portafoglio dal reddito elevato, che apre facilmente l'accesso a investimenti di tipo speculativo. Stress lavorativo alto, che può portare a cercare valvole di sfogo. La Terapia Come Soluzione Il pilota ha seguito un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) che lo ha aiutato a gestire meglio le sue scelte finanziarie e a passare a strategie di investimento più sicure. Tuttavia, anche dopo il trattamento, alcuni segnali di rischio erano ancora presenti, richiedendo un monitoraggio costante. Prevenzione e Consapevolezza Questa ricerca sottolinea l'importanza di strategie preventive nel settore aeronautico. Le compagnie aeree e gli enti di settore dovrebbero promuovere programmi di sensibilizzazione per aiutare i piloti a riconoscere segnali [...]

Piloti e investimenti ad alto rischio: un legame inaspettato2025-02-11T11:16:46+01:00
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