Ti è mai capitato di addormentarti davanti alla TV e svegliarti di colpo senza ricordare la scena che stavi guardando? Per chi soffre di apnee notturne succede qualcosa di simile… ma tutta la notte.
Durante il sonno, le vie aeree si “schiacciano” più volte, il respiro si ferma per qualche secondo e il cervello lancia un allarme: micro-risveglio, battito accelerato e via, si riparte a respirare. Risultato?
Al mattino ci si alza già stanchi e, durante il giorno, i colpi di sonno arrivano quando meno te l’aspetti.
La vita di tutti i giorni con le apnee
Chi ha la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), vive quotidianamente una forma di stanchezza che si protrae nel corso della giornata e che non viene ristorata con il sonno notturno. Spesso, le persone affette da questo disturbo del sonno, se ne accorgono grazie ad alcuni sintomi, come:
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colpi di sonno improvvisi durante il giorno
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lotte per tenere le palpebre degli occhi aperti, anche in situazioni di attività condivise, come le riunioni lavorative
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una generale irritabilità, data dalla stanchezza
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la pressione alta
È un disturbo silenzioso: di notte si russa forte (il partner se ne accorge), di giorno si sbadiglia senza sosta e si pensa che sia solo stress. Invece è il sonno che non “ricarica” le batterie.
Quando il problema sale a 10.000 metri
Se guidare un’auto assonnati è già pericoloso, immagina pilotare un aereo di linea. In cabina servono riflessi prontissimi: una turbolenza improvvisa o una comunicazione del controllo traffico aereo richiedono decisioni in pochi secondi. Un micro-sonno di tre-quattro secondi può fare la differenza.
Per questo, le autorità aeronautiche (in Europa l’EASA, negli USA la FAA) chiedono a chi vuole la licenza di volo di dimostrare di non avere apnee gravi oppure di tenerle sotto controllo. Il pilota che scopre di soffrirne deve:
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fare la diagnosi con un esame del sonno;
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iniziare la terapia (spesso una piccola maschera che spinge aria nelle vie aeree);
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mostrare al medico aeronautico che la usa davvero e che la sonnolenza è sparita.
Finché non arriva l’ok del medico, il pilota resta a terra: meglio un giorno sul divano che un’emergenza in quota. Nel seguente video, il Professor Minoretti offre un quadro completo sul tema delle OSAS:
Una cura che cambia la vita
La buona notizia è che la terapia funziona. Dopo qualche settimana di uso costante, infatti il russare si riduce o scompare, ma soprattutto, il sonno è davvero riposante. Questo comporta ovviamente una serie di benefici correlati a un sonno che ha ricaricato le batterie: la mattina ci si sveglia più freschi, durante il giorno i colpi di sonno scompaiono e anche l’umore migliora. Per i piloti di linea, oltre ai benefici fisici, c’è anche la salvezza della propria licenza di volo!
Una patologia da non sottovalutare
Le apnee notturne non colpiscono solo chi è “sovrappeso” o chi russa, possono riguardare chiunque, compresi piloti dall’aspetto atletico. Riconoscerle in tempo significa proteggere la salute, la sicurezza sul lavoro e—se sei ai comandi di un aereo—anche la vita di centinaia di passeggeri. Dormire bene, insomma, fa volare tutti più tranquilli.